mercoledì 1 maggio 2013

La disintegrazione della persistenza della memoria.

(A Werner Karl Heisemberg)


Se tu smettessi di far casino, riuscirei anche a parlare.

Una voce nella mia testa ripete incessante "è tutto falso". 
Una voce nella mia testa ripete "è tutto". 
Una voce nella mia testa "è".

Il mondo che state creando è tutto falso, il mondo creato non v'appartiene e non siete capaci di guardarlo. Il mondo dentro non è quello vero, l'avete creato voi e non siete in grando di gestirlo. Le divinità che andate cercando vi hanno voltato le spalle, ma voi non potete vederle, tutto nell'universo ha un significato diverso ma voi non potete sapere. Peccatori e tracotanti andate cercando la perfezione, peccatori anche solo con la mente andate in cerca di redenzione. 

Una voce nella mia testa.
Una voce nella mia.
Una voce nella.

Gli orologi molli del tempo interno, ciò che è destinato ad avere sempre e per sempre durata soggettiva, mai una fine, densità relativa. La psiche umana come un serpente s'intreccia su se stessa e vi seduce come satana con Adamo. Vi guarda e vi sfida. E voi, sempre accettate. L'iconografia surrealista vi eccita a tal punto da riuscire a pensare da Orientale, da abbracciare religioni che non v'appartengono. "Perchè l'essere e non piuttosto il nulla?" urlavano i folli nelle camere dell'ospedale psichiatrico. 

Una voce. 
Una.

« Nell’ ambito della realtà le cui connessioni sono formulate dalla teoria quantistica, le leggi naturali non conducono quindi ad una completa determinazione di ciò che accade nello spazio e nel tempo; l’accadere (all’ interno delle frequenze determinate per mezzo delle connessioni) è piuttosto rimesso al gioco del caso »



E il tempo girò su se stesso. Dio ricominciò ad esistere.