tag:blogger.com,1999:blog-73339758176756148402024-03-13T07:27:50.300-07:00Arrière BoutiqueUnknownnoreply@blogger.comBlogger24125tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-8121587829304200832014-09-19T07:25:00.002-07:002014-09-19T07:25:17.001-07:00Earth shaped box<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Prima di ogni altra cosa. Io ero Oceano. Ed insieme ero tutto ciò che vi nasconde nel suo utero. Ero acqua, ero terra, ero fuoco ed ero aria. Avevo in me la purezza di chi non ha la forma, la bellezza di chi sa essere l'unico specchio degno del cielo, l'anima di chi nasconde solo vita dentro sè.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Prima di ogni altra cosa. Io ero l'acqua. Profonda nera e misteriosa, che ti avvolge e ti trascina. Che stringe senza fare male. Che lascia liberi quando ci si lascia trascinare. Avevo in me i contorni astratti di chi non ha contorni e avrei potuto assumerli tutti, oppure nessuno. Avevo la libertà di chi non deve scegliere e avvolgevo la terra, l'abbracciavo e l'amavo. Mia unica figlia, mia unica madre, mia unica donna.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Prima di ogni altra cosa. Io ero terra. Forte sostenevo il peso dell'universo e imparai a danzare con il sole, a portare frutto. Ero terra gravida d'ogni frutto. Avevo in me la ricchezza di chi ha tutto. Avevo il dono magico delle donne - di regalare la vita.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Prima di ogni altra cosa. Io ero aria. Bellissima e leggera danzavo. M'insinuavo nelle rughe della pietra e tra le piume degli uccelli. La mia ricchezza era l'insostenibile leggerezza del mio essere. E del mio non essere. E ogni cosa che avrei voluto essere.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Prima di ogni altra cosa. Io ero fuoco. E protendevo le mie lingue verso l'alto. Sinuoso affascinavo l'universo intero. Avevo la ricchezza di chi, unicamente regala luce.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma prima di ogni altra cosa. Io ero tutto insieme. Non una cosa o l'altra, non una cosa e l'altra. Ma tutto insieme. Ero la potenza. Potenza di poter essere non essendo nient'altro che acqua. Ordine del mondo, silenzio cosmico, primitiva pace ed eterno e pacifico infinito.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-2211250733984116472014-06-16T13:40:00.003-07:002014-06-16T13:40:53.764-07:00Favole dell'eterno ritorno<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Nel suo bel campo stava un bel fiore. La faccia sempre rivolta al suo amato, il
sole. Magnifico e fiero si nutriva dalla terra in cui affondava le sue radici e
mai in tutta la sua vita aveva smesso di ammirare quella stupenda palla fuoco
in cielo. Mai nessuna nuvola, mai nessun animale del cielo e della terra per
quanto bello fosse, era riuscito a rubare il suo cuore. Lui apparteneva alla
luce del sole, al suo calore, alla sua bellezza sconcertante.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Nel suo immenso e magnifico cielo stava il sole. Porta</span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">tore
di vita sulla terra. Tutte le creature del cielo e della terra erano innamorate
di lui. Ogni serpente, ogni uccello, ogni insetto, ogni pianta. Tutto ciò che
esiste e vive a lui dedicava i versi d’amore. Il gallo al mattino lo cantava,
il serpente al pomeriggio se ne nutriva, gli uccelli al mattino volavano per
lui come a fargli di sipario, le cicale mai si stancavano di cantarne la
bellezza.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">All’alba il girasole apriva i suoi petali e donava il petto
al suo amato. Ma al tramonto, quando la luna era alta nel cielo e il sole stava
per andarsene, lui diventava triste. I petali si chiudevano, la sua testa si
abbassava. Sembrava quasi rannicchiarsi su se stesso dalla tristezza. Un’altra
notte umida e fredda lo attendeva e il solo pensiero lo spaventava. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“<i>Mio amato,
ritornerai? </i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Dove sei andato a finire? </i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Mi hai lasciato qui tutto solo per
un’altra notte. </i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Ho paura che qualcuno possa strapparmi dalla terra, ho paura
che qualcosa possa uccidermi. </i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>E se dovesse grandinare? </i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Probabilmente non
resisterei.</i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i> Vorrei che tu non andassi mai via, senza di te non avrei vita. Mio
amato, ritornerai?”</i>. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il girasole
disperato pensò che ormai non ci sarebbe stata più nessuna speranza e che il
sole non sarebbe mai tornato. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma dopo la notte arriva sempre l’alba. E i raggi del sole tornano a
solleticare il girasole che aveva avuto paura del buio e aveva temuto che mai
più avrebbe rivisto la luce. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Tornerò tutte le mattine. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ho solo fatto un
giro…non ti ho lasciato da solo. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Bisogna attraversare la notte per desiderare
il giorno, bisogna provare il freddo per distinguerlo dal calore. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Durante la
notte potrebbe piovere, ma la pioggia non ti farà male. Ogni mattina tornerò,
tu non temere.”</span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><i>a Debora.</i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><i>E non solo da parte mia.</i></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-48061188518747812962014-05-03T04:47:00.000-07:002014-05-03T04:47:59.592-07:00Penelope nelle sue stanze<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">aveva imparato il silenzio con cui tesseva trame d'attesa. Della sua bellezza tutta Itaca sentiva l'odore quando all'alba tinta di rosa lo scirocco s'insinuava nel suo letto attraverso le tende bianche e poi tornava fuori. Morbidi e profumati i capelli le cadevano sulle spalle bianche le quali facevano da base perfetta per il suo collo che tutti gli uomini avevano immaginato inarcarsi nudo di piacere, ma invano. Morbidi e profumati i capelli le contornavano il viso che descriveva dolci curve sotto le orecchie, tra il naso e gli occhi e all'angolo delle labbra che ogni uomo greco aveva immaginato durante il solitario sesso, ma invano. Le sue gambe si intravedevano grazie alla veste che diventava di colpo trasparente quando lei affacciandosi alla finestra scrutava l'orizzonte in attesa del suo uomo. Con movimenti decisi e con inaspettata forza muoveva il telaio e qualche volta piangeva. La quotidianità le donava sicurezza, la sua casa, il suo mare le davano tranquillità, per nessun motivo al mondo se ne sarebbe allontanata. La tana, come un utero materno, era tutto quello di cui aveva bisogno e nonostante nelle fantasie degli uomini lei apparisse come un corpo umido e tremante di piacere, in realtà nel silenzio della sua camera si raggomitolava in posizione fetale. Nonostante tutti la immaginassero urlare di piacere, cercava la pace che solo il silenzio poteva darle. Le sembrava che da quando aveva smesso di parlare ogni pensiero avesse trovato il suo posto nel disordine della sua mente e questo aveva trasformato la sua attesa più piacevole e meno tormentata. Mentre le sirene cantavano per possedere Ulisse, lei tesseva in silenzio per non farsi male. Tutti bussavano alla porta di Penelope, tranne il suo amato. E l'attesa durava da così tanto tempo che nemmeno possiamo immaginarlo. Quando riusciva a rimanere sola le piaceva immaginare il momento in cui lui sarebbe tornato, lei si sarebbe svegliata e all'orizzonte avrebbe visto la nave tornare a vele spiegate, sospinta dal vento che aveva portato a lui l'odore della sua bellezza. Avrebbe sorriso e solo a lui avrebbe ricominciato a parlare. E la sua voce, sebbene più debole del canto ammaliatore delle sirene avrebbe innamorato di nuovo Ulisse il quale sapeva bene che la donna più bella della Grecia gli sarebbe rimasta fedele per sempre.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-38091850313573776382014-04-27T03:30:00.004-07:002014-04-27T03:30:33.589-07:00La lentezza della domenica mattina<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sebbene la mia vita sia stata sempre lenta, noto che ogni domenica prima di mezzogiorno il tempo si </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">f e r m a i d u c e n d o m i a d a c c a s c i a r m i a c c a n t o a l u i.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">punto.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Domenica mattina, il sole non splende sul cielo della mia città.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Rigrazio tutte le persone che stanno passando di qua, con la promessa di dedicare più tempo a questo spazio.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Torno lentamente al mio caffè.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Torno.</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-5184920290159685732013-05-01T14:32:00.004-07:002013-05-01T14:32:40.667-07:00La disintegrazione della persistenza della memoria.<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">(A Werner Karl Heisemberg)</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Se tu smettessi di far casino, riuscirei anche a parlare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una voce nella mia testa ripete incessante "è tutto falso". </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una voce nella mia testa ripete "è tutto". </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una voce nella mia testa "è".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il mondo che state creando è tutto falso, il mondo creato non v'appartiene e non siete capaci di guardarlo. Il mondo dentro non è quello vero, l'avete creato voi e non siete in grando di gestirlo. Le divinità che andate cercando vi hanno voltato le spalle, ma voi non potete vederle, tutto nell'universo ha un significato diverso ma voi non potete sapere. Peccatori e tracotanti andate cercando la perfezione, peccatori anche solo con la mente andate in cerca di redenzione. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una voce nella mia testa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una voce nella mia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una voce nella.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Gli orologi molli del tempo interno, ciò che è destinato ad avere sempre e per sempre durata soggettiva, mai una fine, densità relativa. La psiche umana come un serpente s'intreccia su se stessa e vi seduce come satana con Adamo. Vi guarda e vi sfida. E voi, sempre accettate. L'iconografia surrealista vi eccita a tal punto da riuscire a pensare da Orientale, da abbracciare religioni che non v'appartengono. "Perchè l'essere e non piuttosto il nulla?" urlavano i folli nelle camere dell'ospedale psichiatrico. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una voce. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-kLu0e_GA8cY/UYGJ0NTIikI/AAAAAAAAAFU/7voLiKVCOwg/s1600/130421553-c3a5357b-9c72-4df5-afac-36eaa51b18f7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-kLu0e_GA8cY/UYGJ0NTIikI/AAAAAAAAAFU/7voLiKVCOwg/s1600/130421553-c3a5357b-9c72-4df5-afac-36eaa51b18f7.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">« Nell’ ambito della realtà le cui connessioni sono formulate dalla teoria quantistica, le leggi naturali non conducono quindi ad una completa determinazione di ciò che accade nello spazio e nel tempo; l’accadere (all’ interno delle frequenze determinate per mezzo delle connessioni) è piuttosto rimesso al gioco del caso »</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">E il tempo girò su se stesso. Dio ricominciò ad esistere.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-41971200786498301682012-08-16T07:35:00.000-07:002012-08-16T07:36:15.492-07:00Ed invece.<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Ho un dolore che non ti immagini, che blocca il respiro e annulla. C'è una resa nel mio cuore a ciò che mi uccide vergognosa. C'è poco che mi solleva, nulla. Il perchè non riesco mai a capirlo, ma è come se fosse <b>lo stesso dolore da quando sono piccolo</b>. Non ce la faccio più così, mi sento male.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mi chiamo col mio nome, ho ventitrè anni. Li ho passati tutti a cercare una direzione, che non ho mai saputo quale fosse, fino a questo momento. Nessuno mi aveva detto che prima o poi sarebbe arrivato ed invece. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Nodo alla gola, stomaco chiuso, sorrido meno. Qualcosa da qualche mese, m'appesantisce il respiro e il pensiero; l'anima mia si piega su se stessa, come se raggomitolarsi in quel modo la facesse scomparire per un pò. Ho un odore che è sempre <b>lo stesso da quando sono piccola</b>, ho provato mille volte a cambiarlo e quando me ne hanno dato la reale possibilità non ho voluto farlo più. La crescita è desiderare il cambiamento decisivo in ogni istante della propria esistenza fino al momento del rifiuto dello stesso. Anzi, la crescita è quel rifiuto. Mi getto in questo fiume come i cadaveri nel Gange, a peso morto lascio che il mio corpo venga trascinato, metto tutta me stessa nel divenire, tra uno stato di cose e l'altro, tra i paradossi della morte. Riempio spazi vuoti sulla superficie dell'acqua, come una mosca in pasto ai pesci.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mio nonno mi regalò una giacca quando ero piccola, mi disse: "quando ti andrà bene, allora sarai grande e andrai via di qua"; nonostante abbia passato tutto il tempo ad aspettare il momento in cui dalle maniche sarebbero uscite le mie mani, in realtà non desideravo nient'altro che una giacca eternamente troppo grande.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-84429145162559231882012-02-11T04:45:00.000-08:002012-02-11T04:47:16.757-08:00la prima alba dell'Est<div style="text-align: justify;"><i>Cari lettori,</i></div><div style="text-align: justify;"><i>ho scomodato vecchi personaggi, di vecchie storie. L'ho fatto per non dimenticare, per tenere uniti i pezzi di un puzzle che credevo fossero andati persi. Qualcuno il realtà li ha accuratamente raccolti, mentre io impazzivo e buttavo tutto a terra, qualcuno ha raccolto quello che io avevo intenzione di perdere.</i></div><div style="text-align: justify;"><i>A te, amico mio. Fratello d'anima, e di occhi. </i></div><div style="text-align: justify;"><i><br />
</i></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Vincent alloggia nella camera 906, al nono piano. Sembra conoscerla da una vita quella città, eppure è solo un mese che abita lì. Gli piace spegnere le luci, affacciarsi alla finestra e farsi illuminare dai lampioni che punteggiano le strade. Quella luce arancione è di compagnia quando la vodka sta per finire. </span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Silenzio in camera, sente la testa leggera ma non abbastanza da poter smettere di pensare. Sono le 3 del mattino e a Praga il sole sorge freddo: deve farsi strada lentamente tra le nuvole e i primi raggi, simili alle dita di una mano lunga e sottile fanno capolino tra le nuvole quasi come se con dolcezza volessero spostare quel grigiore. Ma ancora c’è tempo prima dell’alba e lui non ha sonno. Prende la sua felpa, esce dalla camera e si avvia verso l’ascensore. </span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Schiaccia il pulsante di chiamata. </span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Din don. </span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">E’ già arrivato.</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">A quest’ora nessuno lo usa.</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Entra e lo avvolge una luce biancastra.</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sente un rumore ovattato (è il rumore di tutti gli ascensori o è colpa della vodka?)</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Appoggia le spalle allo specchio. -Quanto ci vuole per arrivare alla Hall?-</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Silenzio. </span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Din don. Si apre la porta. </span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">E’ nella Hall.</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Si avvia verso l’uscita attraversando quell’enorme salone vuoto e silenzioso e quando si trova a cinquanta centimetri dalla porta principale, questa si apre e lui viene investito da uno sbuffo di aria fredda. Gli viene da ridere pensando che se ci fosse stata lei gli avrebbe sicuramente detto di coprirsi con la sua aria materna… e gli avrebbe anche dato la sua sciarpa tutta colorata. L’avrebbe tolta per dargliela e lui l’avrebbe indossata senza esitare un solo istante, perché così avrebbe respirato il suo profumo alla vaniglia.</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Intanto è fuori e la porta si è chiusa alle sue spalle. Vaga per qualche minuto in cerca di un bar aperto per comprare un’altra bottiglia della peggiore Vodka in commercio nella Repubblica Ceca. Il suo albergo dista poco da un bar dimenticato da Dio. E’ strano perché c’è sempre pochissima gente e all’interno l’odore di tabacco si mischia con quello dei vari caffè serviti a poche corone. Ci sono dei tavoli di legno scheggiati e resi vecchi dalle incisioni di chi è passato da lì, i camerieri portano addosso un velo di rabbia e malinconia e una tv in un angolo remoto di tanto in tanto ha bisogno di incassare dei colpi per ricevere meglio il segnale. Ma è tremendamente bello il panorama che riesci a contemplare dalle vetrate: Ponte Carlo che unisce le sponde del fiume danzante</span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">, al di là del ponte si intravedono le guglie nere del Palazzo Imperiale che si elevano come fiamme al cielo tra giochi di luce, non ci sono macchine a quest’ora e il rumore dell’acqua fa da padrone nel sublime scenario. </span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">L’est è freddo e malinconico. Ma ti rimane dentro. Un campanello suona appena lui apre la porta del locale e una donna anziana che spazza le briciole e i mozziconi di sigaretta buttati sul pavimento si gira verso di lui con aria seccata </span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">"Ma ha visto che ora è? Stiamo chiudendo!"</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">"Cercavo della vodka, una qualsiasi…"</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">"Ne dovremmo avere, ma la bottiglia non è piena"</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Si avvia verso il bancone, si abbassa e prende una bottiglia. La porge a Vincent</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">"La prenda e se ne vada che è tardi e io vorrei tornare a casa!…su, via!"</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Lui cerca delle corone in tasca per pagare ma lei lo ferma </span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">"Ha capito cosa ho detto? Vada…! Tanto ce n’è poca lì dentro e chissà da quanto non ne serviamo di quella roba…"</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Vincent la fissa mentre lei lentamente torna ai suoi doveri. Poi si avvia all’uscita, tira la porta e il campanello suona di nuovo ‘Buonanotte!’ esclama. E dal fondo del locale arriva una grigia e piuttosto sforzata risposta ‘a lei!’.</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Uscendo nota sotto l’insegna qualcuno che dorme con la testa appoggiata su un borsone, è difficile vedere il volto quanto capire se si tratta di un maschio o una femmina. Pensa che chiunque esso sia, di certo è arrivato a Praga da poco e di certo ha già visto il panorama migliore della città. Steso a terra con la faccia rivolta verso il ponte. </span></div></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mette il cappuccio e torna verso l’albergo.</span></div></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-43613761551714547932012-01-05T16:08:00.000-08:002012-01-05T16:11:29.730-08:00Tutte le volte che ti conosco"Il tabacco e le dita ingiallite. Come un rituale, il pizzicare dal pacchetto e il rollare con quelle cartine che ho visto da te per la prima volta. Come un rituale, parlare a raffica e fermarsi solo quando dobbiamo leccare la colla e chiudere la sigaretta. Come un rituale, ma non come un'abitudine. E se pure fosse l'abitudine, noi amiamo la routine, ci fa sentire sicuri.<br />
<div>Di solito i pensieri ce li mettiamo in ordine seduti in macchina, con le gocce di pioggia che danno un senso di freddo e umidità pesante. Di solito non riusciamo a fare ordine noi, per noi stessi. Quindi facciamo ordine noi, l'uno per l'altro. Quando ti leggo, mi torna la voglia di scrivere e quando ti parlo, mi torna la voglia di leggere. </div><div>Io ti ho conosciuto un numero infinito di volte: la prima parlammo di libri, la seconda del mio soprannome e la terza volta parlammo di un giornale. L'ultima volta che ti ho conosciuto è stata stasera. In tutto quel tempo che è passato dall'incontro ai distributori di caffè fino a stasera, l'ho fatto altre<i> n</i> volte. E il sogno di cenare cinese ordinato al take away nello studio disordinato e tra le ceneriere ha i contorni che si definiscono sempre di più."</div><div><br />
</div><div><b>Mi fermo</b></div><div><b>lecco la colla della cartina</b></div><div><b>chiudo la sigaretta.</b></div><div><br />
</div><div>"Dammi l'accendino, che mi manca sempre qualcosa..."</div><div><br />
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-29845543761798593442011-09-03T03:44:00.000-07:002011-09-03T03:44:32.826-07:00Ma che discorsi<br />
<blockquote><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>"Se nel mondo non c'è amore faremo un altro mondo e lo circonderemo di mura massicce. E lo arrederemo con interni rossi e soffici. E gli forniremo un battaglio che suoni come il diamante caduto nel feltro di un gioielliere in modo che non lo sentiamo mai."</i></span></blockquote><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-qFF2Nh4AO_w/TmIEA1mgmXI/AAAAAAAAACM/EYWsLODVJok/s1600/DSCN0178.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="http://4.bp.blogspot.com/-qFF2Nh4AO_w/TmIEA1mgmXI/AAAAAAAAACM/EYWsLODVJok/s400/DSCN0178.JPG" width="400" /></a></div><blockquote><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>"Amami. Perché l'amore non esiste, e io ho provato tutto ciò che esiste"</i></span></blockquote>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-8932945562397536002011-08-31T15:51:00.000-07:002011-08-31T15:51:49.777-07:00DA DA<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: xx-small;">. N </span><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">O </span>N </span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">S</span>O<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">N</span><span class="Apple-style-span" style="font-size: xx-small;">O</span> </span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">MAI</span> </span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: xx-small;"> </span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: xx-small;"><br />
</span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: xx-small;"> A</span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: xx-small;">B </span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"> BA</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> STAN</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"> ZA</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">P</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">E<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">R</span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: xx-small;">POTER ESSERE</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: xx-small;"><br />
</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;">qualcosa.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;"><br />
</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: xx-small;">C'est ne pas DADA.</span><br />
.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-89498013375150676762011-08-22T13:53:00.000-07:002011-08-22T13:53:47.002-07:00Press Play To Enjoy<br />
<div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/rF8khJ7P4Wg?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quando ti leggo decido di scrivere. Sogno sempre la stessa porta, sogno sempre protezione in luoghi più piccoli di me. Camere sempre più piccole, mura sempre più basse, posti sempre più nascosti. Sogno il desiderio di rimpicciolirmi, sogno l'avverarsi del mio desiderio. Sogno di portare con me poca gente, sogno tutte le paure che nella vita reale non ho mai visto da vicino. Silenzio, voglio riposarmi. Queste voci mi perseguitano. Paranoid Android. </span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Signora della terra e delle creature dei laghi, dei fiumi e delle pozzanghere: liberami dai loro castelli di carta, liberami dalle catene che stringo intorno a me stessa senza amore per la mia pelle. Liberami dal <strike>tradimento</strike> e dalle bugie, liberami dalle parole. </i></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ho una coda da pesce e delle branchie, </span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">respiro nell'abisso delle mie sinapsi. </span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">E annego. </span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma non è dolce. Vaffanculo, Leopardi.</span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-21711769760995023142011-07-20T04:06:00.000-07:002011-07-20T04:06:52.007-07:00Vendo Psiche<div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ho venduto i miei pensieri. Li ha acquistati una televisione che trasmette reality 24h al giorno, una multinazionale che produce bibite frizzanti e dolci e qualcuno l'ho svenduto anche all'impresa dell'uomo più potente dello Stato. Adesso mi diranno loro cosa farne, tanto non ho mai saputo usarli. Leggevo una breve guida al suicidio proprio ieri, la cosa più semplice sembra proprio morire per avvelenamento, però non mi va proprio di ingozzarmi da Mc Donald's. Immagino la mia bara pesante per la troppa ciccia.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sei impeccabile, figlia mia. La più bella e brava ragazza che abbia mai conosciuto, ti ho educata alla perfezione, sono fiera di te. Anzi, sono fiera di me. Ho fatto proprio un bel lavoro.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Pensa agli altri, pensa sempre agli altri. Pensa al loro giudizio, pensa di avere sempre gli occhi puntati addosso. Desidera l'invisibilità, desidera scomparire in ogni momento della giornata.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il sesso è sempre stata la mia attività preferita anche se è difficile trovare qualcuno che duri più di mezz'ora, ci sono delle posizioni che proprio mandano il sangue al cervello agli uomini, basta così poco per farvi godere?</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Stamattina ho fatto colazione col prozac. </span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Cazzo, ma non era prozac.</span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-26569652126364094182011-06-06T12:13:00.000-07:002011-06-06T12:13:52.796-07:00<div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i><b>Nessuno legge, perchè io non scrivo. Io non scrivo, perchè nessuno legge. Evidentemente interesso poco. Persino a me stessa.</b></i></span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-48705235917335382422011-05-07T19:13:00.000-07:002011-05-07T10:13:52.288-07:00Quel tale dalla tela bianca<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mi raccontava storie di marinai:</span><br />
<div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>"Ciurma! Siamo pronti a partire! L'esercito era composto da tre persone: timoniere, armatore, vedetta. Un uomo senza braccia, uno con la fobia dei colpi e uno miope. Raccontavano storie di tesori nascosti ed isole misteriose ma nessuno gli aveva mai creduto. Dicevano di essere sulla terra ferma da anni ormai, tutti e tre soffrivano di mal di mare così avevano deciso di bere thé in un bar inglese sul porto. Dalle vetrate del bar guardavano la loro nave ricoprirsi di muschio e vegetazione. Con gli anni la nave era diventata un albero di Baobab e offriva loro ombra nelle giornate estive di sole. I turisti erano attratti dall'albero galleggiante così pagavano a peso d'oro le visite in quella nave. Ogni volta i tre marinai inventavano una storia diversa per carpire la loro attenzione e le loro storie fecero il giro del mondo. Nell'arco di qualche anno gli imprenditori di tutto il mondo chiesero ai tre marinai di comprare i loro averi; li avrebbero pagati in contanti..."</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>"Ma un albero di Baobab" -</i>io pensai-<i> "non cresce sul mare! </i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>non è una storia vera quella che l'uomo dalla tela bianca mi voleva raccontare.</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Inoltre un timoniere non può avere le braccia, </i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>di certo a quell'uomo gli si leggeva in faccia</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>che a cercare tesori nascosti non c'era mai stato</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>magari solo una volta</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>su un pedalò era andato.</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>E cosa vorrai dirmi sull'uomo che aveva paura di sparare?</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Di certo quello non era un uomo di mare!</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>E la povera vedetta miope</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>era un uomo di stirpe etiope</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>troppo lontano non riusciva a guardare</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>così, i tesori dentro sé iniziò a cercare.</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Le isole che tu dipingi</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>sono paesaggi che fingi."</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma il tale dalla tela bianca continuava a disegnare</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">e di colpo, un Baobab galleggiò sul mare</span>.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-49972252632865030632011-05-01T04:45:00.000-07:002011-04-30T19:39:35.883-07:00Aurore poco auree<div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Disegni di pensieri si sfocano nella mia testa. Poche ore prima del sonno profondo, poche ore prima dell'alba, poche ore dopo un film che profumava di tabacco. Depongo le armi che non ho mai avuto e scrivo dalla cucina di un appartamento al secondo piano, sotto il ticchettio di un orologio che si sente più forte di quello della tastiera del mio computer. Immagini del passato tornano sulla punta della lingua, pronunciate di nascosto sotto forma di sorriso, sperando che lei non sappia niente, sperando che lei non le capisca. I sogni, quelli ti uccidono. L'innocenza dei tuoi movimenti nasconde il veleno della serpe più rara del mondo ma lui l'ha capito. Ti desidero, questo mi uccide. Osservo le tue labbra muoversi come quelle di un bambino e mi sento pervertita a pensarti mentre le porgi a me. Eppure lo faccio. La libertà ti fa paura, preferisci le strade a senso unico, tu risparmi energia. Come me del resto...è per questo che non ci incontreremo mai.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Vendono amor proprio in scatola? Non ne ho mai assaggiata di quella roba, mia madre da piccola mi propinava umilianti liofilizzati di umiltà così sono cresciuta senza altre vitamine. Assumerle tutte d'un tratto mi farà male?</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Continuerai a farti scegliere?</span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-91257753028553865302011-04-09T14:26:00.000-07:002011-04-19T14:07:45.256-07:00Holi, Hare Krsna<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"> <a href="http://3.bp.blogspot.com/-NF11ZM8b4Ec/TaBPFi7jLLI/AAAAAAAAABE/CnZXwD0uwPE/s1600/festa-colori-india01-large.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="237" src="http://3.bp.blogspot.com/-NF11ZM8b4Ec/TaBPFi7jLLI/AAAAAAAAABE/CnZXwD0uwPE/s400/festa-colori-india01-large.jpg" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una processione di piedi scalzi e scuri si muoveva. Dal santuario illuminato di tramonto, giù per le scale avvinghiate alla parete rocciosa. Un sinuoso serpente arancione. Passi lenti e silenziosi, labbra serrate, occhi bassi. I tramonti indiani sono più lunghi di quelli occidentali. Nessun rumore, nessun tipo di indifferenza. Nessun tubo di scarico a dissolvere l'immagine del sole. Nella parte più bassa della città si raccoglievano gruppi di gente, che dal piazzale del santuario parevano formare macchie di colore intorno al tempio. Vi erano donne e bambini vestiti di bianco col capo coperto, altri vestiti di arancione. Altri erano nudi e parevano macchie marroni, come la terra delle rive del lago Pichola. Holi, la festa del colore. Il tempio accoglieva la statua di Radha. Si innalzava come una fiamma verso il cielo, immagine della Shakti, energia femminile. Alle spalle della dea un'impalcatura permetteva ad alcuni uomini di raggiungere l'altezza della sua testa. In processione silenziosa protavano con sè otri di argilla, contenenti preghiere e liquidi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">La cermonia iniziò e da lì iniziò a scivolar giù il colore bianco, della sua carnagione. Ancora polveri chiare, mentre la gente ai suoi piedi univa le mani e abbassava il capo. Piangeva e pregava. L'arrivo dell'estate. La festa della primavera. Una pioggia di fiori di Ibisco cadeva giù, sulle spalle della dea, fino a toccare le persone inginocchiate ai suoi piedi: fiamme che spalancavano le loro braccia e le protendevano verso lei, come bambini che anelano il collo della madre.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Subito tra le preghiere, sulle labbra dei fedeli schiuse in un sorriso, cadde dell'acqua gialla. Come il sole del tramonto, a ricoprire la Dea. Poi il rosso, a scendere dalla fronte, aderendo alle linee del viso, giù verso gli occhi e poi tra gli zigomi e il naso. Giù verso angoli delle labbra fino a colorare anche gli uomini nudi. Adesso di quelli si vedevano solo i denti bianchissimi dei sorrisi che facevano alla dea. Alzavano la testa e le braccia e il petto verso di lei e ridevano tra le lacrime per l'arrivo di una nuova stagione. Holi, la festa del colore. Il passaggio dalla primavera all'estate. Dalle finestre del tempio il sole scompariva. Sul tetto di una casa le mani di un bambino facevano volare un aquilone nel cielo che sovrastava imponente le barche arenate sulle rive del lago. I fuochi dei pescatori a fine giornata, i vestiti bagnati e aderenti alle membra dei fedeli che ripetevano la stessa litania in segno di devozione. Con le mani unite raccoglievano l'acqua e la buttavano sul petto, raccoglievano l'acqua e la buttavano sul petto. Con le mani in preghiera abbassavano la testa e la portavano all'acqua, abbassavano la testa e la portavano all'acqua. Dai campi di grano alto le donne emergevano. Al tramonto per tornare alle case. Per benedire il raccolto, per pregare la Dea. Con le ceste sul capo, col volto coperto di colori forti e violenti. I ragazzini adunvano le vacche sacre e le riportavano nelle stalle. Per benedire gli animali, per pregare la Dea. Con il passo veloce e agile, i piedi scalzi, con la schiena nuda e sudata. Mentre la campagna riposava, gli altari della città si illuminavano ed accoglievano le ginocchia e il petti dei fedeli in preghiera.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Chiudo gli occhi. Respiro il colore degli Dei.</span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-17722433471693053022011-04-02T03:35:00.000-07:002011-04-02T18:35:37.494-07:00Un uomo onesto, un uomo probo (trallalalla tralallallero)<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span><br />
<div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Amore mio, ti scrivo questa lettera prima di compiere l'ultima follia d'amore per te. Lo sai, ti ho amato tanto, ho amato così tanto i tuoi occhi e i tuoi capelli da avere abbastanza amore per tutti e due. Ma tu non mi hai mai creduto, così ho pensato che portarti il cuore di mia madre sarebbe stata la prova più grande del mio cieco amore. A nulla valgono ora quegli sforzi e quel sangue, a nulla valgono le bocche affamate dei tuoi cani che sbranavano l'organo vitale della donna che mi ha messo al mondo. Gli occhi di mia madre mentre la uccidevo, e gli occhi di mia sorella e mio padre mentre costretti su una sedia guardavano quella scena. Ho dovuto uccidere anche loro per non andare in prigione, almeno non prima che tu avessi il cuore che cercavi. Le ho aperto il petto e ho strappato le sue budella, sangue arterioso mi sporcava le mani e il viso; che dolce gesto amore mio, che dolce gesto. A nulla valgono tutte le cose che ho fatto per te, volevi un'altra prova e l'avrai. Non ci sarò a vedere i tuoi occhi lucidi di fronte al mio corpo senz'anima, ma quella l'hai presa già tu molto tempo fa. Farò di tutto, dopo aver esaudito il tuo desiderio, per tornare a te.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Morirò contento, morirò contento e innamorato. A te nulla resterà: non il mio amore, non il mio bene. Ma solo il sangue secco delle mie vene. Sarò come una farfalla che muore nelle tue mani, che in un secondo smette di sbattere le ali e diventa grigia.</span></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">E mentre il sangue lento usciva e lui cambiava il suo colore, la vanità fredda gioiva: un uomo s'era ucciso per il suo amore. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Fuori soffiava dolce il vento, (trallalalla tralallallero) </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">ma lei fu presa da sgomento </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">quando lo vide morir contento.</span></i></div><div><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-8509713673258763112011-03-10T20:49:00.000-08:002011-03-10T11:49:54.952-08:00A - MAR - E<blockquote><blockquote><div style="text-align: left;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">"Vieni qui, <b>amore</b></span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">ti insegno ad a<b>mare</b> il <b>mare</b>."</span></div><div style="text-align: right;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">"<b>Ma</b> il <b>Re</b> non vuole!"</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><b>"Re</b>ma fino all'orizzonte, fino a che</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">il cielo camaleonte diventerà <b>mare</b>.</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Il<b> Re</b> non sa a<b>mare</b></span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">perchè l'unica volta che ha visto il <b>mare</b></span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">non sapeva cosa significasse l'<b>amore</b>.</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Se vedesse i tuoi occhi, <b>amore</b></span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">imparerebbe ad a<b>mare</b> il <b>mare</b>.</span>"</div></blockquote></blockquote>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-1881448755202381552011-03-08T11:33:00.000-08:002011-03-08T04:13:25.744-08:00Cinismi mattutini<blockquote style="font-family: Verdana,sans-serif;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><img border="0" height="240" src="https://lh5.googleusercontent.com/-7F_cSviJLn0/TXYChM3-7KI/AAAAAAAAAA4/pyn0Oi9rKYk/s320/discarica.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="320" /></td></tr>
<tr align="center"><td class="tr-caption"></td></tr>
</tbody></table></blockquote><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: small;">"Comunque l'amore passa</span></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: small;">i sacchetti di plastica durano tipo per sempre.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif; font-size: small;">Credo che la chimica stia cercando di dirci qualcosa ringuardo le nostre priorità."</span><br />
<br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif; font-size: small;">To do list:</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif; font-size: small;">- Sotterrare il cadavere che ho nascosto in garage; prima o poi puzzerà e i vicini si insospettiranno.</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif; font-size: small;">- Assumere nuovi nani da giardino: i miei erano stufi di starsene lì, se ne sono andati lasciando biancaneve da sola e da allora lei se la spassa, era stufa di preparare torte di mele.</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif; font-size: small;">- Raffinare tecniche e tentativi di volo.</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif; font-size: small;">- Raffinare i sentimenti.</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif; font-size: small;">- Pregare nostra signora del caos e della terra.</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif; font-size: small;">- Spararmi un colpo. </span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif; font-size: small;">- Andare il mio funerale.</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif; font-size: small;"><br />
</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif; font-size: small;">Amen</span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-13458851013653212522011-03-06T00:21:00.000-08:002011-03-06T15:22:00.861-08:00La convalescenza<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Strade punteggiate di arancione fanno da sfondo ai pensieri umidi della notte. Pressione bassa ma il cuore batte forte. Via da voi, che sapete dare giudizi come spilli nella pelle e sistemarli per bene in modo che ad ogni movimento possa sentirli. Cammino in attesa dell'alba. L'acqua delle fontane continua a scorrere e riesce a farmi scivolare addosso le vostre parole. Lei mi guarda, occhi freddi, contornati di pelle grigiastra. Sorriso di ghiaccio, lineamenti maschili. Mani sottili, gambe bellissime, fianchi dolcemente larghi, schiena bianca, collo delicato. Capelli neri rasati sulle orecchie e dreadlocks che cadono sulla spalla appoggiandosi sul seno poco visibile a causa della felpa troppo larga. Il cappuccio inumidito dalla pioggia le fa ombra sulla parte superiore del viso. Le sue labbra non sono capaci di movimenti azzardati. Quando sorride sembra appoggiarti una lama fredda e lucente sul collo. Le sue mani non ti stringono ma ti bloccano. Non lasciano lividi.</span><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Strano come ogni uomo voglia impartire lezioni agli altri. Tutto questo non mi appartiene. Siete solo schiavi di qualcosa di diverso, ma non siete liberi. Siete solo schiavi delle vostre congetture, ma non siete liberi.</span><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Ieri bevevo dalle sue labbra. Domattina tornerò al cimitero, vi porterò dei fiori. Da quando ho smesso di dormire, sogno meglio.</span></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-42761230635993603482011-02-27T14:02:00.000-08:002011-02-27T15:46:48.890-08:00La metamorfosi<h1 class="firstHeading" id="firstHeading" style="font-family: Verdana,sans-serif; font-weight: normal; text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><i>Hyaenidae:</i><span style="font-size: small;"> <i>comunemente chiamata iena. Mammifero dell'ordine dei carinvori di media grandezza. Le iene sono le principali divoratrici, insieme agli sciacalli e gli avvoltoi, dei cadaveri dei grandi animali abbattuti dai predatori</i>.</span></span></h1><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: small;">L'aria densa puzzava dei vostri cadaveri. Camminavo come si cammina quando si attraversa un fiume, in cerca di spazi vuoti tra le vostre membra senza sangue, colorate di grigio. Ero agile e quattro zampe mi davano più stabilità. Il mio corpo esile si intrufolava ovunque. Riconoscevo tutti visi. La putrefazione non li aveva cambiati molto. </span><br />
<span style="font-size: small;">A giudicare dai vostri corpi alcuni di voi erano morti prima, quelli che erano rimasti vivi avevano mangiato i cadaveri. Crudi. Immaginavo la scena: padri che mangiavano i corpi dei figli. Piangendo la loro morte. Giustificando il loro atto.</span><span style="font-size: small;"> Guardavo quella distesa di persone senza vita e il cielo stava diventando dello stesso colore della terra scura. Scorsi la schiena nuda di uno di loro. La riconobbi. Era l'unico corpo nudo e quella pelle bianca mi sembrava di conoscerla da sempre. </span><span style="font-size: small;">Mi avvicinai, i capelli gli cadevano sulla nuca morta. </span></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: small;">Era lui. Con il muso cercai di girarlo e quando vidi il suo viso iniziai a graffiarlo con tutta la forza che avevo, usando tutte e due le zampe e ringhiando ferocemente. Cercavo di togliergli quel ghigno dalla faccia.</span><span style="font-size: small;"> Forse era stata l'ultima smorfia prima di morire, perchè gli era rimasta così nonostante fosse stato a lungo con il viso sulla terra ruvida. Gli tolsi quell'epressione dalla faccia. A morsi. Ma non mangiavo la sua carne.</span><br />
<span style="font-size: small;">Poco tempo prima quello che vedevo era completamente diverso. Tutto scorreva più lentamente e voi ridevate, ridevate fino a vomitare. Vi abbracciavate fino a scoppiare l'uno nelle braccia dell'altra, fino a farvi uscire le budella dal naso e dalle orecchie. Fin quando gli occhi non schizzavano via dalle orbite. Prima voi non eravate inermi sulla terra gelida; mi ricordo gli uomini che ansimavano in cerca di orgasmi, che guardavano i corpi femminili accompagnando il desiderio alle loro fantasie. Le donne che da giovani porgevano i loro bacini e le loro cosce bagnate e desiderose. Crescendo poi si sforzavano di recuperare il pudore che non avevano mai avuto e si vestivano con gonne di cotone a fiori rosa che non lasciavano vedere nemmeno le ginocchia.</span><br />
<span style="font-size: small;">Vi guardavo tutti morti e vi immaginavo nel pieno della vostra vita. Vi guardavo tutti morti, sghignazzavo perchè avevo annusato la putrefazione dei cadaveri. Facevano schifo persino a me. Iniziavo a sentire il vento sulle orecchie, correvo. </span></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: small;">Un altro ghigno. Ritornavo al branco. Ero lontana. </span><br />
<span style="font-size: small;">Ero viva</span><span style="font-size: small;">.</span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-81694986195542933892011-02-05T11:43:00.000-08:002011-02-05T11:53:14.565-08:00"Le parole non colgono il significato segreto delle cose"<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/_kkzFHq2P-Us/TU2Smpymq6I/AAAAAAAAAA0/Af6-L-ANhtw/s1600/specialneeds.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/_kkzFHq2P-Us/TU2Smpymq6I/AAAAAAAAAA0/Af6-L-ANhtw/s320/specialneeds.JPG" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;">D'un tratto il mio viso si distende, lasciando cadere una lacrima. Gli occhi ne erano gonfi ma la mia bravura nel mentire a me stessa superava ogni emotività. Anche le parole non sono più aghi, nè pezzi di legno che cadono al suolo lasciando un tonfo sordo nell'aria. Sembrano quasi un fiume, sembra che il tempo si sia fermato facendo spazio e silenzio intorno ai pensieri e illuminando quello che rimane sul fondo della rete dopo che ogni granello superfluo sia passato attraverso le sue maglie. Eccoti, mio adorato, eri lì e non ti avevo visto.</div><div style="text-align: justify;">Eri lì, sotto la polvere di quello che rimane dopo un lungo cammino. Con le tua mani delicate e gli occhi piccoli e verdi, seduto con la testa tra le mani ad aspettare solo che mi girassi a guardarti. Osservavi la mia stanchezza, l'avevi già vista, conoscevi ogni espressione, ogni capello fuori posto, ogni parola o punteggiatura. Nulla per te è nuovo. Nulla insano. In questo pomeriggio invernale ogni pensiero si ferma stanco di tirare la corda che gli sega il collo -come un lupo rabbioso che brama la carne-. Cambia espressione, non mostra i canini e abbassa le orecchie, si stende sulle foglie nere del bosco notturno e dorme con la luna. Le mie labbra si distendono e i muscoli del viso si contraggono, gli zigomi si alzano chiudendo gli occhi. Alzo lo sguardo, intorno a me solo tracce del tuo passaggio. I plettri consumati e i fogli ingialliti dalla stanchezza e dal tabacco. Pacchi di sigarette Praghesi che mai avremo il coraggio di buttar via e poi una foto in bianco e nero. Niente è cambiato, guardaci. Siamo nella nostra città, te la ricordi? Non dirmi che l'hai dimenticata perchè non ti credo.</div><div style="text-align: justify;">Sento l'odore addosso.Odore di quelle notti insonni a far consumare sigarette tra le dita, a guardare l'orologio dell'albergo che scandiva un ritmo più lento di quello a cui siamo abituati. La vodka caduta sulla moquette, il mio avvicinare l'orecchio alle tue labbra per sentire se respiravi. E adesso anche i miei ritmi cambiano, il battito si sincornizza con l'orologio dell'albergo, i miei pensieri somigliano al vento dell'Est, negli occhi i colori dei tulipani.</div><div style="text-align: justify;">Le parole non colgono il significato segreto delle cose, mio dolce compagno. </div><div style="text-align: justify;">Teniamo per noi ciò che nulla potrebbe cogliere.</div><br />
<i>Tua, per sempre. rò.</i>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-62496882063569160942011-02-05T00:15:00.000-08:002011-02-05T00:15:55.930-08:00Dove sei?<div style="text-align: justify;">Apro gli occhi ma non ci sento bene. </div><div style="text-align: justify;">Un suono mi trapana la testa, sottile come un ago. Porto la mano sul viso che sento dolorante. Deglutisco. Sento il sapore del sangue. Ma che cazzo mi è successo, non ricordo niente. Sono stesa a terra e il mio viso tocca il pavimento freddo. Dove sono? Aiutatemi.<br />
Cerco di parlare ma non riesco a muovere la lingua, non ci vedo bene. Chiudo gli occhi. Il cuore batte lento, non riesco a muovermi e inizio a sentire freddo davvero, intorno a me non c'è nulla. Dove sono? Aiutatemi.<br />
</div><div style="text-align: justify;">Apro gli occhi, ma non ci vedo bene. Un suono mi avvolge la testa, come qualcosa che preme sulle orecchie e sui timpani. Porto la mano davanti agli occhi per capire se riesco a vederla. Deglutisco. Sento il sapore dell'acqua. Come ci sono arrivata qui? Aiutatemi. Non respiro più. Alzo lo sguardo verso la superficie inizio a muovermi per risalire. Mi agito, spalanco gli occhi, inizio a muovere le braccia come se volessi arrampicarmi al liquido. Non ci riesco. Vedo la superficie ferma. Inizio a muovermi più velocemente, inizio ad avere paura. <br />
Adesso urlo. Che cazzo urlo. Ma ci provo. Non mi sento. Non mi sentono. Il cuore batte forte, sempre più forte. Il ritmo diventa accelerato, sento la testa scoppiare.<br />
Non respiro ancora, si ferma tutto in gola, vorrei respirare. Non ce la faccio. Ci vedo sempre meno, mi muovo sempre meno. Il corpo si indebolisce.</div><div style="text-align: justify;"> Inizia il mio viaggio verso il fondo.<br />
</div><div style="text-align: justify;">Sempre più scura diventa l'acqua intorno a me, sempre più fredda. Sento il corpo debole. <br />
</div><div style="text-align: justify;">Tum. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Tocco il fondo. <br />
</div><div style="text-align: justify;">Sono stesa a terra e il mio viso tocca il pavimento freddo. </div><div style="text-align: justify;">Dove sono? Aiutatemi.</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7333975817675614840.post-71739660473418884362011-02-01T14:53:00.000-08:002011-02-01T14:56:04.938-08:00Chi sei tu?<span style="font-size: small;">Non si è mai ciò che si dice di essere. Qualcuno parlava di maschere, io penso che il problema sia di natura comunicativa. Non si può spiegare il concetto perchè già esprimerlo signfica svuotarlo di significato. Immagino poi cosa succederebbe se sprecassi parole. Non si è mai ciò che si dice di essere. Giustamente. E' un problema di natura linguistica, prima che ontologico-esistenziale. Godere dell'ineffabile e semplice, vuotare di congetture ciò che non originato permane nel mutamento, per non dare conto a Kronos che divora i figli di Rea. Per non dare conto alla sua linearità che dovrebbe essere di nuovo curvata. </span><br />
<span style="font-size: small;">La Moira ci tiene costretti così, quanto siamo miseri.</span>Unknownnoreply@blogger.com0