domenica 6 marzo 2011

La convalescenza

Strade punteggiate di arancione fanno da sfondo ai pensieri umidi della notte. Pressione bassa ma il cuore batte forte. Via da voi, che sapete dare giudizi come spilli nella pelle e sistemarli per bene in modo che ad ogni movimento possa sentirli. Cammino in attesa dell'alba. L'acqua delle fontane continua a scorrere e riesce a farmi scivolare addosso le vostre parole. Lei mi guarda, occhi freddi, contornati di pelle grigiastra. Sorriso di ghiaccio, lineamenti maschili. Mani sottili, gambe bellissime, fianchi dolcemente larghi, schiena bianca, collo delicato.  Capelli neri rasati sulle orecchie e  dreadlocks che  cadono sulla spalla appoggiandosi sul seno poco visibile a causa della felpa troppo larga. Il cappuccio inumidito dalla pioggia le fa ombra sulla parte superiore del viso. Le sue labbra non sono capaci di movimenti azzardati. Quando sorride sembra appoggiarti una lama fredda e lucente sul collo. Le sue mani non ti stringono ma ti bloccano. Non lasciano lividi.
Strano come ogni uomo voglia impartire lezioni agli altri. Tutto questo non mi appartiene. Siete solo schiavi di qualcosa di diverso, ma non siete liberi. Siete solo schiavi delle vostre congetture, ma non siete liberi.
Ieri bevevo dalle sue labbra. Domattina tornerò al cimitero, vi porterò dei fiori. Da quando ho smesso di dormire, sogno meglio.

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